mercoledì 27 giugno 2007

Tv, Lesbo reality.

Chi vuole il lesbo-reality?
Una villa di Hollywood piena di donne che devono conquistare, in diretta tv, una top model omosessuale. I casting sono già partiti, ma per ora nessun network vuole uno show sull'amore saffico

«Sarà una fantastica avventura estiva, all'insegna del romanticismo, ambientata in una magnifica villa hollywoodiana. Preparatevi a vivere, amare, ridere, festeggiare e far parte di un momento fondante della storia della televisione». Lo slogan c'è. Il titolo della trasmissione pure: "Venus envy", voglia di Venere. Il prodotto è già bell'e confezionato: un reality show sull'amore saffico. Un gruppo di giovani concorrenti omosessuali under 30 sarà rinchiuso in una grande e bellissima casa sulle colline di Los Angeles, in compagnia di una splendida fotomodella di Maxim, anche lei lesbica. Le ragazze dovranno fare di tutto per conquistarla. Avranno a loro disposizione solo le armi della seduzione e ben sei settimane di tempo. Vincerà chi riuscirà a far sbocciare l'amore, a conquistare il cuore della top model. Sul nome della ragazza oggetto del desiderio c'è ancora mistero e c'è da scommettere che sarà svelato all'ultimo. Ma il vero segreto è: quale emittente si aggiudicherà questo reality? Per ora non si sa nulla, l'acquirente non c'è e se c'è, sta ben zitto. Ma - assicurano sul sito del programma - si tratterà di un grande network perché «chi mai può resistere a uno show che sconvolge le regole del corteggiamento, che è il primo reality omosex, che mette insieme tante belle ragazze e che è all'insegna della trasgressione?». Vero.In attesa di sapere quando e soprattutto dove andrà in onda, online sono aperti i casting. Basta essere lesbiche (ovviamente), avere più di 21 anni e dimostrarne meno di 30 (per il resto, non ci sono limiti d'età) e poi tocca compilare un lungo questionario dove spiccano domande tipo: «Sei out?» o «Sei mai stata arrestata?». E sicuramente si hanno più probabilità di essere selezionate se si risponde, rispettivamente, sì e no. Ne vedremo delle belle... (Libero News)

lunedì 25 giugno 2007

About Mazinga Zetto

Vista l’enorme quantità di elogi piovuti su Mazinga Zetto vorrei vergare quattro righe per raccontare l’origine di questa avventura. Lo scorso ottobre Ale del gruppo Bishoonen mi informa che vorrebbe coverizzare la sigla di Mazzinga Zeta utilizzando il dialetto Genovese e mi mostra l’immagine di Mazzinga Zetto.

Ci sballo fortissimo e lo racconto agli altri che fanno altrettanto. Seguono serrate riunioni alle quali partecipano altri membri della Bernarda Prod-Action e si comincia a buttar giù idee. Appena sentita la canzone ce ne innamoriamo e decidiamo di doppiare tre scene prese a caso dal cartoon. Registriamo una domenica notte di novembre a casa mia. Ricordo con piacere le 27 volte che Andrew Young ha gridato “FIGGIU DE BAGASCIA” prima di trovare la miglior dizione.


Lo staff di Mazinga Zetto.
Da sinistra. Edo (voce narrante), Ale Katzura (storyboarder, sigla e barba Baratta), Silvy Reds (sucche de feru), Carru (cappu di sceriffi), Cody (ragazzo grasso), Lil GoalKeeper (il piccolo Dria), Rob Barrell ( Regia, Il vecchio e Nevu du Baratta)

Così facendo ha preoccupato il vicinato in merito alle mie frequentazioni ed ai miei natali a quel punto di sicuro bordelleschi. Montato il promo (di un video che non c’era ancora) lo abbiamo mostrato al Lucca Comics durante il concerto dei Bishoonen suscitando simpatia e risate. Visto il risultato abbiamo scritto la sceneggiatura e poi i dialoghi modellati da Aaron Roff (esperto genovese). Dopodiché abbiamo doppiato e finalmente lo abbiamo presentato al Bernarda & Bishoonen Party del 20 Maggio al Jambalive i Rapallo. Il resto l’ha fatto il Tubo
Barrel

mercoledì 20 giugno 2007

Berny film: Dieci tra gli ottomani

Una della nostre produzioni...more to come soon!!!!

Suore filippine tra un poker e l’altro.

Aperta un'inchiesta contro tre religiose filippine.

Le suore sono state fotografate e filmate mentre giocavano a black-jack e con delle slot machines, da tv e fotografi durante un'esposizione dedicata al gioco a Manila. Le tre stavano davanti ad un tappeto verde e ad altri giochi d'azzardo, quasi invasate dalla partecipazione alle “mani”, ed in pieno delirio da gambling time.

L'arcivescovo di Manila, Mons. Oscar Cruz, non ha preso la vicenda con spirito ed ha apprezzato poco gli scatti, definendoli 'vergognosi'; il religioso ha quindi annunciato ai media l'apertura di un'inchiesta e l'intenzione di prendere 'misure' contro le religiose. Evidente l’intenzione di comminare una pena esemplare alle religiose, le quali probabilmente cercavano solo di raggranellare qualche guadagno extra da investire in opere di bene..
Del resto, le tre suore dandosi improvvisamente in pasto ai famelici obiettivi di telecamere e tv, in un luogo di ampia esposizione pubblica come può essere una fiera commerciale, sono venute meno al 12° Comandamento, non scritto, che presiede all’organizzazione ed all’autodisciplina degli Ordini ecclesiastici: i panni sporchi si lavano in famiglia.

Celluls cocks

lunedì 18 giugno 2007

Mazinga Zetto!!!!

Finalmente è arrivato...è qui! è Mazinga Zetto!!!! l'unico super eroe costruito con materiale di scarto...lo zetto!


Zodiac, bufala o capolavoro?

Zodiac: bufala o caplavoro?

Nell’asfittico panorama odierno del c.d. cinema d’intrattenimento “popolare” d’oltreoceano, capita sempre più raramente di soffermarsi più tempo del dovuto su pellicole che si elevano, quantomeno, un po’ sopra la (bassa) qualità artistica media.
Il discorso riguarda, come detto, il cinema prettamente commerciale, prescindendo quindi da contesti “autoriali” (registi come Van Sant, giusto per intendersi). Non che si voglia negare la qualifica di autore al sempre bravo David Fincher, solo che la sua ultima fatica non nasce come film “d’essai”, bensì quale opera commerciale a tutti gli effetti.
Sarà tuttavia ben difficile accostare “Zodiac” alla caterva di minchiate che settimanalmente rimbalzano dagli USA.
Già lo scarso successo di pubblico ottenuto in patria, è sintomo che il film qualcosa di buono lo deve avere…
Fincher affronta l’ultratrentennale vicenda del notissimo serial killer Zodiac con apparente, cronachistico distacco, da freddo chirurgo della narrazione (ciò che ha deluso molti, superficiali spettatori).
La vicenda si concentra sull’indagine e sulla paranoia dei protagonisti che ad essa votano le proprie esistenze, ed apparentemente gira a vuoto; apparentemente, perché così è stato anche nella realtà.
Eppure basterebbero tre, tre sole sequenze di questo film a consegnarlo indelebilmente all’alveo della memoria:
1) l’assalto iniziale, straordinario pezzo di bravura registica con dosaggio perfetto della tensione (a tratti insopportabile) ed una costruzione dell’immagine a dir poco entusiasmante: una sorta di “summa” di tutti gli omicidi seriali visti al cinema negli ultimi 50 anni.
2) l’omicidio del tassista, agghiacciante nella sua ordinarietà, sospeso in un’atmosfera visiva che ricorda da vicinissimo le scelte fotografiche di Owen Roizman ne “L’Esorcista” (film non a caso citato dal vero Zodiac in uno dei suoi deliranti messaggi criptati, nel 1974).
3) l’ormai famosa sequenza della cantina, divenuta un “instant cult”: non servono parole a descriverla, vi lascio il sottile piacere di vedervela da voi.

Heavy Metal parkin lot

HEAVY METAL PARKING LOT
Durante l’ultimo mio viaggio negli States ho acquistato un DVD dal titolo a dir poco surreale: Heavy Metal Parking Lot (il parcheggio dell’Heavy Metal). Lo realizzarono nel 1986 due ragazzetti Yankee nel parcheggio antistante i palazzotto dello sport dove si stava per esibire il gruppo inglese dei Judas Priest. Il Video raccoglie una serie di interviste a scatenati Heavy Metal Kids fieramente borchiati e dai capelli incredibilmente cotonati.
Quello che allora sembrava un video goliardico da mostrare agli amici è diventato a distanza di 20 anni un documento che racconta i sogni di metallo di una generazione in black leather. I kids sono cresciuti ma le icone sono sempre le stesse anche se segnate dal tempo. I Judas battono ancora stadi e festival, di nuovo capitanati da Rob Halford, il vocalist che nonostante l’aspetto da macho ha dichiarato di essere “buco”. Si sono riuniti i Motley Crue, addirittura i New York Dolls, si son riformati i Black Sabbath sotto il nome di Heaven and Hell, mentre il loro primo e storico singer: Ozzy Osbourne dopo aver palesato skizzetti e demenze senili nel reality “The Osbourne” torna con un nuovo tour che farà tappa al Gods Of Metal a Milano il 30 Giugno. Io ed il buon Ed ci saremo e proveremo a realizzare il nostro personale Heavy Metal Parking Lot, sperando di infarcirlo con qualche intervista ai protagonisti tra i quali i Tigullini SADIST anche loro riformatisi.

Rob Barrell

martedì 5 giugno 2007

San Diego a Luci Rosse

Da noi si discute ancora sulla liceità della prostituzione e sulla riforma della legge Merlin, annunciata almeno una settantina di volte in cinquant’anni..
Altrove, in Paesi che del puritanesimo di facciata hanno peraltro storicamente fatto una Bandiera, si tracciano le strade dello sfruttamento più sfrenato delle pulsioni primarie dell’uomo.
Del resto, negli USA, solo un fattore è più potente delle reprimende in tema di costumi sessuali: il Dio Denaro.


Ed ecco che a San Diego, in California, è stato inaugurato un hotel di lusso a luci rosse capace di far invidia a Hugh Hefner ed alle sue ville marchiate Playboy. La suite piu' ambita costa 3.000 dollari a notte ed e' dotata di letti giganti, girevoli, materassi ad acqua, docce di gruppo e pure un palo d'acciaio per le esibizioni di una stripper a cottimo. Le attrazioni disponibili nelle 159 camere dell'Ivy Hotel, questo il nome del bordell… ehm, dell’albergo, costato 90 milioni di dollari, stupiranno - secondo il Los Angeles Times - anche chi e' abituato agli eccessi di Hollywood o Las Vegas.
L’Ivy Hotel è stato concepito, oltre che come gigantesca macchina per soldi, per dare il meglio sia ad utenti dotati di accompagnamento (offrendo tutto il campionario, dal fetish al sadomaso al voyeurismo, servizi extra compresi, per le coppie disinibite di oggi), che a singles in cerca di forti emozioni (con un vasto catalogo di baldr.. ehm, accompagnatrici per tutti i gusti e tutte le tasche).

Cellus Cocks

Pay - Federico Tre


Il video clip made in Bernarda del singolo "Federico TRe" della band Pay con special guest Roberto "Freak" Antoni nei panni del dittatore.
http://www.ammore.net/

Per la regia Ed Reds.




ps, le varie compressioni hanno leggermente spostato l'audio fuori sincro...

lunedì 4 giugno 2007

Nonna Ester e George W. Bush

Qualche sera fa il caro amico Max mi ha raccontato una storia meravigliosa nella sua semplicità. Gianell. la sua fidanzata è americana ed ha una nonna di 95 anni che ogni santo giorno che manda il Signore si alza, fa colazione, prende carta e penna per scrivere al Presidente Gorge W. Bush, poi sigilla la lettera ci incolla un francobollo, esce e la imbuca. Il contenuto delle sue missive è sempre lo stesso: una preghiera vergata con mano tremante per convincere il comandante in pectore a riportare a casa i ragazzi Dall’Iraq.


Lei le ha viste e patite tutte le guerre: la prima e la seconda mondiale, quella di Corea e quella del Vietnam, poi la prima irachena per non parlare di quella fredda che tanto l’ha spaventata. Da quattro anni ha deciso di prendere posizione e di rivolgersi direttamente a quello che lei ritiene il responsabile dell’ennesima incomprensibile carneficina. Dear Gorge: questo è l’incipit di ogni missiva dove il Presidente viene chiamato per nome come fosse un nipotino dispettoso.


Ogni tanto si lascia andare a qualche ricordo di gioventù, come le difficoltà patite durante la grande depressione od il ricordo di un casto bacio ad un ragazzo italiano mentre il marito sbarcava in Normandia senza però dimenticare di chiudere ogni lettera con l’aggiornamento dei morti americani ed iracheni seguito da: Best Regars to You and your family. Grandma Ester
ROB BARREL