VIAGGIO IN MEXICO: IMPRESSIONI
Recentemente, assieme ad un variegato Bernardacrew ho visitato il Messico. Siamo atterrati nella turisticissima Cancon, abbiamo affittato due macchine ed attraversato l’altrettanto yankee Playa Del Carmen per pernottare a Puerto Morelos, un paesino di pescatori trenta km più a sud che è diventata la base da cui sono partite varie escursioni alla volta dei siti Maya. Tulum, il famoso Chiken - Itza e soprattutto Cobà: una serie di piramidi circondate da una foresta verde e rigogliosa. Lasciato lo Yucatan abbiamo visitato la coloratissima Campeche (vedi foto)
Recentemente, assieme ad un variegato Bernardacrew ho visitato il Messico. Siamo atterrati nella turisticissima Cancon, abbiamo affittato due macchine ed attraversato l’altrettanto yankee Playa Del Carmen per pernottare a Puerto Morelos, un paesino di pescatori trenta km più a sud che è diventata la base da cui sono partite varie escursioni alla volta dei siti Maya. Tulum, il famoso Chiken - Itza e soprattutto Cobà: una serie di piramidi circondate da una foresta verde e rigogliosa. Lasciato lo Yucatan abbiamo visitato la coloratissima Campeche (vedi foto)
e il meraviglioso sito di Palenque, immerso nella giungla tropicale. Da lì siamo saliti in Chiapas, fermandoci a San Cristobal De Las Casas, dove mentre io combattevo le mie scariche gastriche a colpi di imodium
i mie compari hanno perlustrato le strette viuzze della cittadina montana. Scesi a Puerto Escondido (vedi foto)
ci siamo riposati quattro giorni nella località balneare nota da noi solo dopo il film di Salvatores, ma che a differenza di quelle Yucateche non ha perso la sua identità. Da lì passando per Oaxaca abbiamo raggiunto il Centro di Mexico City la Città più grande ed inquinata del mondo. Ciò che maggiormente mi ha affascinato sono state le scritte che campeggiamo sui muri dell’autostrada decine di km prima di raggiungere l’anello esterno della città. Una striscia infinita di nomi e cognomi. Un urlo ininterrotto e colorato con il quale i giovani messicani provano ad appropriarsi di un piccolo spazio per segnalare la propria esistenza in una megalopoli dove la vita e la morte palleggiano assieme ai bordi delle strade .
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