E’ oramai di pubblico dominio la diatriba tra i nuovi formati di alta definizione “consumer” HD-DvD e Blu-Ray Disc, entrambi a contendersi il futuro dell’intrattenimento domestico home-video e non solo.
Meno conosciute alcune problematiche che i predetti supporti comportano, anche laddove mai si sarebbe pensato potessero sorgere..
Accade infatti che in ambito home-video hardcore (già recentemente alla ribalta delle cronache high definition in quanto parrebbe – il condizionale è d’obbligo – che l’industria porno abbia optato per aderire al consorzio HD-DvD), non tutti i vantaggi dell’alta definizione portino degli effettivi benefici.
In particolare, l’incredibile resa del dettaglio che caratterizza i nuovi prodotti hard girati in alta definizione e riversati sui relativi supporti, mette crudelmente in luce difetti che, viceversa, sino ad oggi rimanevano occultati alla vista dalla definizione standard.
Ed ecco così, impertinentemente, aprirsi allo sguardo dei segaioli caserecci foruncoli sulle natiche, brufoli sulle palle, emorroidi incipienti, rughe, chiappe a buccia d’arancia… in altre parole, le più comuni imperfezioni fisiche dei performers impegnati sul set.
Evidente il timore che uno sguardo così “spietato” e rivelatore su ogni particolare corporeo dei beniamini hard, soprattutto nei frequenti primi piani dei genitali in azione, possa far calare l’eccitazione del masturbatore medio e, conseguentemente, l’appetibilità commerciale dei film porno in alta definizione – con pedissequo, grave pregiudizio economico per l’intero settore.
Posto che il progresso tecnologico non si può fermare neppure davanti al porno, si tenta di correre ai ripari con riprese più curate (in particolare, scelte fotografiche e d’illuminazione del set in grado di nascondere i suddetti difetti) e con accorati inviti alle star del porno affinché si rivolgano a chirurghi estetici, per minimizzare qualsiasi imperfezione risulti poco fotogenica.
Cellus "Il pornofio" Cocks
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