mercoledì 4 luglio 2007

HOstel 2, un film politico?


La cosa più sorprendente nell’accingersi a leggere le critiche del nuovo lavoro di Eli Roth è la pressoché generalizzata (e trasversale) opinione secondo cui si tratterebbe di uno dei film più schiettamente “politici” degli ultimi anni.
Oddìo, Hostel alla stregua de “La Cosa” (non il capolavoro Carpenteriano, ahimé – anch’esso a ben vedere un film “politico” sull’alienazione ed il terrore dell’ “altro” – bensì il pallosissimo documentario morettiano..)?


Non esattamente.


Attraverso la filigrana dello splatter – thriller – pseudogiovanilistic – gore – spectacular – citazionist – autoreferenzial movie realizzato dal protetto di Tarantino, è effettivamente possibile constatare una neppur troppo sottile critica anticapitalista, tanto più feroce quanto più radicali sono gli strumenti formali scelti per rappresentarla (c’è addirittura un taglio di minchia perfettamente visibile!).


Il messaggio, forte e chiaro, è che tutto si può comprare: non solo i ricconi si comprano le vittime da torturare a morte in una sorta di multinazionale specializzata, ma le stesse vittime possono ri-lanciare comprandosi a propria volta la libertà: “offrendo di più” a quella stessa multinazionale, è addirittura possibile vendicarsi dei loro stessi carnefici!
La pellicola si salva quasi miracolosamente da un didascalismo d’accatto grazie ad un’innegabile onestà intellettuale nel perseguire e trasmettere le tematiche di cui sopra: a tali fini, fa piacere constatare come – a differenza del primo capitolo – non vengano fatti sconti, come detto, su particolari crudi e/o efferatezze offerti in tutta la loro brutale evidenza, sì da far interrogare ogni spettatore su cosa lo spinga veramente ad andare a vedere un film del genere. Semplice curiosità morbosa?


Ringraziamo comunque Roth per quest’ulteriore balzo in avanti dell’extreme splatter nel minstream, rispetto ai territori alternativi nei quali era confinato in passato (Guinea Pig docet!).


Cocks

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ottima recensione. Mi rammarico solo del fatto che uno slasher movie di bassa lega possa far parlare tanto mentre piccoli gioielli come I spit in your grave (alzi la mano chi l'ha visto)non se li ricorda più nessuno.

Anonimo ha detto...

Lo Splatter moderno non mi piace, è violenza allo stato puro, una volta ti accorgevi che stavano prendendo a bazzukate dei manichini morbidosi, adesso sono operazioni chirurgiche in diretta e senza anestesia!
Coks, io preferisco le recensioni alle pellicole che tu sai