martedì 31 luglio 2007

Addio Igmar

Addio Ingmar Bergman.


E’ difficile non cadere nella retorica quando si apprendono notizie come quella della scomparsa di Ingmar Bergman, certamente uno dei massimi registi del ‘900. E’ difficile non trasformare nel classico “coccodrillino” ogni scritto commemorativo – anche senza pretesa alcuna, come il presente – accompagni la scomparsa di un simile Titano della Settima Arte (ed ecco che sto già facendo retorica a mani basse!!).
Meglio limitarsi a poche, sentite note biografiche che ne sintetizzano l’ineguagliabile percorso artistico e di vita (e ridagli con la retorica!!).
Era nato il 14 luglio di 89 anni fa ed era figlio di un pastore luterano molto severo. L’educazione rigida ricevuta durante l’infanzia si farà sentire nella sua lunga filmografia e nell’ateismo della maturità. Nel 1936, contro il volere dei genitori, partì per Stoccolma dove frequentò l’università e si avvicinò al teatro lavorando come aiuto regista.


Nel 1943 Hets, un suo manoscritto, viene comprato e trasformato in film da Alf Sjoberg. Bergman ne sarà assistente alla regia entrando così nel mondo del cinema. Da quel momento inizia a lavorare da solo. La sua filmografia è decisamente vasta e complessa. Ricordo qui Il settimo sigillo del 1957 con la famosa partita a scacchi con la morte, che entra di diritto nella storia del cinema.Del 1957 è Il posto delle fragole, film obiettivamente lieve come solo i capolavori sanno essere, mentre nel 1960 esce La fontana della Vergine che vince il premio Oscar. Come in uno specchio riceve l’Oscar come miglior film straniero.
Del 1963 è Il silenzio, ma nel 1964 si ammala di una grave depressione: nasce così il film Persona, che esce due anni dopo: bello ma, diciamoci la verità fuor di retorica, di una pesantezza sibaritica..




Nel 1971 realizza L’adultera, film che si rivela un fiasco, tanto che il regista ne risentirà grossi problemi economici. Fortunamente, già l’anno dopo esce Sussurri & grida (tutto incentrato su una donna che muore di cancro, consumata minuto dopo minuto con la telecamera che pare voler rubare il segreto ancestrale della sofferenza fisica di un essere umano: decisamente non un film alla Vanzina), vincitore di numerosi premi nel 1973-74 e grande successo.
Nel 1977 per gravi problemi di salute (maniaco-depressivi a rischio suicidio) viene ricoverato in un ospedale psichiatrico e si ritira sull’isola di Faro. Nel 1982 decide di abbandonare improvvisamente il cinema e decide di dedicarsi al teatro e alla televisione. Nel 1982 realizza il bellissimo Fanny e Alexander, la cui versione per la TV dura 5 ore, e quella per il cinema 3. Il film ricevette quattro Premi Oscar e 6 David di Donatello.
Nel 2003 gira Sarabanda, il seguito di Scene da un matrimonio (altro grande successo di critica del ’78), e Bergman dice: “Questo è il mio ultimo film”. Aveva ragione!

lunedì 30 luglio 2007

Cento passi


I CENTO PASSI
Dopo una battaglia legale iniziata nel 1982 lo Stato Italiano e’ riuscito a confiscare terreni, società, appartenuti al boss di Cinisi, Gaetano Badalamenti, deceduto tre anni fa. Badalamenti fu accusato di essere il capomafia della sua città natale Cinisi e di capeggiare la cupola mafiosa nel 1970. Nel 1987 fu condannato negli Stati Uniti a 44 anni di reclusione in una prigione federale per essere stato uno dei leader della allora chiamata Pizza Connection, un anello di narcotraffico del valore di 1,65 miliardi di dollari che utilizzava pizzerie come punti di spaccio dal 1975 al 1984. Badalamenti fu condannato all'ergastolo dai magistrati italiani per la morte del militante di Dp Peppino Impastato avvenuta nel 1978, lo stesso giorno del delitto Moro. Oscurati dalla tragedia nazionale in atto in quei giorni, la sua storia e la sua tragica fine resteranno ignoti alla massa per più di vent'anni, sino all'uscita del film I CENTO PASSI di Marco Tullio Giorana. Tra i beni confiscati al Badalamenti c’è pure la casa di Cinisi che dista appunto cento passi da quella della famiglia Impastato. Senza aggiungere altro consiglio a tutti la visione di questo gioiello: un film militante, ma anti-retorico ed apartitico che ha consegnato alla storia la vicenda sino ad allora semisconosciuta di un coraggioso eroe locale.


Barrel

giovedì 19 luglio 2007

Mazinga Zetto su Radio Babboleo NEws.


http://www.babboleo.it/dettaglio_notizia.php?id=3599

In onda questa settimana nei notiziari di radio babboleo (92.9)stralci dell'intervista realizzata a bernarda prodaction e bishoonen in occasione della realizzazione di mazinga zetto.

Grazie a Radio Babboleo da parte di tutto lo zetto staff!

venerdì 13 luglio 2007

Milo. oltre l'amatoriale

Excco un altro nostro vecchio filmato...un promo che abbiamo voluto realizzare per aiutare (senza che lui ce l'avesse chiesto) un calciatore in cerca di squadra.

giovedì 12 luglio 2007

Ecco cosa resta di certi anni 80



Sabato 6 luglio 2007, disco_pub “Bajda” a Noli, piccola gemma della Riviera Ligure di Ponente incastonata tra Bergeggi e Finale.
Notte classica, DeeJay dal vivo e cambio dischi come in milioni di altri luoghi simili in tutta la Penisola nei fine settimana.
Sabato però il “Bajda” aveva una marcia in più: a cambiare i dischi è infatti arrivato dalla lontana Albione George Alan O’Dowd.
E chi cavolo è costui?
O’Dowd in realtà altri non è se non il noto (ex) cantante pop Boy George.
Ai non pochi che, sotto i 30, reitereranno la comanda “chi cavolo è costui”, rispondo trattarsi di una vecchia stella declinata del firmamento londinese della musica pop “post glam” anni ’80, che a metà del decennio diede vita col suo gruppo (i Culture Club) a grossi hits come “Karma Chameleon” e “Do you really want to hurt me” - canzoni leggere come il pulviscolo delle grandi città - ma anche pezzi più raffinati come “The crying game”, utilizzato nel bellissimo film “La moglie del soldato” di Neil Jordan.
Vi aspetterete le solite frasi di circostanza su un artista decaduto, sulla nostalgia per un passato tanto glorioso quanto lontano, sulla parabola “ascesa/discesa” della star di turno…
E invece qui voglio tessere un elogio di O’Dowd.
Il quale, forse consapevole dell’amara ironia del suo ruolo, padroneggiando un insospettabile italiano pecoreccio, si è reso nell’occasione protagonista di impagabili atteggiamenti nei confronti del pubblico, urlando a tutti un soave “Grazie, teste di cazzo!” ed elargendo a piene mani “Fanculo! Li mortacci”… sino all’apice caratterizzato da una sonora quanto gratuita bestemmia!!!!
Grande George.

Mazinga Zetto su Il secolo web

http://www.ilsecoloxix.it/genova/view.php?DIR=/genova/documenti/2007/07/03/&CODE=677d3d88-2994-11dc-82fe-0003badbebe4

martedì 10 luglio 2007

Mazinga Zetto anche a primocanale

Ecco il link dal sito della piùimportante televisione ligure.


Grazie alla redazione giornalistica e a tutti coloro che all'interno della struttura hanno apprezzato e riso sulle vicende di mazinga zetto!


http://www.primocanale.it/viewvideo.php?id=13722

venerdì 6 luglio 2007

mazinga zetto on Tv


Si parla di mazinga zetto anche nei tg regionali... in questo caso un grazie alla redazione di telecittà!

mercoledì 4 luglio 2007

HOstel 2, un film politico?


La cosa più sorprendente nell’accingersi a leggere le critiche del nuovo lavoro di Eli Roth è la pressoché generalizzata (e trasversale) opinione secondo cui si tratterebbe di uno dei film più schiettamente “politici” degli ultimi anni.
Oddìo, Hostel alla stregua de “La Cosa” (non il capolavoro Carpenteriano, ahimé – anch’esso a ben vedere un film “politico” sull’alienazione ed il terrore dell’ “altro” – bensì il pallosissimo documentario morettiano..)?


Non esattamente.


Attraverso la filigrana dello splatter – thriller – pseudogiovanilistic – gore – spectacular – citazionist – autoreferenzial movie realizzato dal protetto di Tarantino, è effettivamente possibile constatare una neppur troppo sottile critica anticapitalista, tanto più feroce quanto più radicali sono gli strumenti formali scelti per rappresentarla (c’è addirittura un taglio di minchia perfettamente visibile!).


Il messaggio, forte e chiaro, è che tutto si può comprare: non solo i ricconi si comprano le vittime da torturare a morte in una sorta di multinazionale specializzata, ma le stesse vittime possono ri-lanciare comprandosi a propria volta la libertà: “offrendo di più” a quella stessa multinazionale, è addirittura possibile vendicarsi dei loro stessi carnefici!
La pellicola si salva quasi miracolosamente da un didascalismo d’accatto grazie ad un’innegabile onestà intellettuale nel perseguire e trasmettere le tematiche di cui sopra: a tali fini, fa piacere constatare come – a differenza del primo capitolo – non vengano fatti sconti, come detto, su particolari crudi e/o efferatezze offerti in tutta la loro brutale evidenza, sì da far interrogare ogni spettatore su cosa lo spinga veramente ad andare a vedere un film del genere. Semplice curiosità morbosa?


Ringraziamo comunque Roth per quest’ulteriore balzo in avanti dell’extreme splatter nel minstream, rispetto ai territori alternativi nei quali era confinato in passato (Guinea Pig docet!).


Cocks

martedì 3 luglio 2007

Lachi, il sindaco e il calciatore.



Lucky Luke


Dopo le lodi che avete tributato a Mazzinga Zetto vale la pena soffermarsi sull’incredibile vicenda occorsa ad un altro eroe: Lucky.


La sera dell’antivigilia natalizia di due anni fa il nostro sbevazza in un bar chiavarese quando qualcuno si è accorge che un tombino sputa merda in strada. Cominciano le prime lamentele e qualcuno vorrebbe l’immediato intervento degli operai comunali.

Il calciatore Paolo Poggi


Lucky abbranca l’elenco ed individua il numero di telefono del Sindaco allora in carica: Sergio Poggi. Entra in cabina e, tra gli applausi, telefona. Esce subito dichiarando di aver parlato con la moglie, la quale avvertirà il marito. Gli amici lo sbeffeggiano increduli e Lucky si ritira al cesso mentre - ormai all’una di notte - giunge il sindaco che tra lo sgomento collettivo augura a tutti un buon Natale e promette un intervento mattiniero. Poggi se ne va e Lucky esce dal bagno tra l’entusiasmo generale. Adesso è il nostro eroe a non credere all’arrivo del primo cittadino. Trascorsa una mezz’oretta Lucky decide di richiamarlo per verificare l’effettiva venuta. Il sindaco conferma e lo congeda bonariamente.

L'ex Sindaco Sergio Poggi

La sera dopo, e quindi la vigilia di Natale al termine di una cena tra amici Lucky racconta ad un amico di Rivarola di Carasco di quanto accaduto la sera precedente. Questo si entusiasma per la solerzia del sindaco chiavarese e decide di chiamarlo per complimentarsi. Compone il numero. Risponde la moglie alla quale spiega: “Sono Oriano R. di Rivarola vorrei parlare con il Sindaco PAOLO Poggi” (all’epoca centravanti dell’udinese)” la moglie risponde ”a bene le passo mio marito SERGIO” e così all’una passata comincia una simpatica telefonata avente ad oggetto le fogne e la viabilità chiavarese con la quale il sindaco ed Oriano hanno onorato Gesù Bambino.