Tutto nasce da un annuncio su un quotidiano locale della provincia di Pisa, in cui una trentenne straniera offre – molto semplicemente, ed altrettanto esplicitamente – prestazioni sessuali. Un uomo si presenta nell’appartamento indicato, a Grosseto, e consuma l’atto, che gli costa cinquanta euro. Poi, però, i due si mettono a parlare. Lei si apre e racconta delle sue difficoltà economiche. Per risolvere la situazione lui le propone allora - genialmente, verrebbe da dire..- di girare un filmino pornografico, perché conosce un produttore, a San Miniato, che potrebbe acquistarlo. In caso dividerebbero il tutto. Lei accetta….
Il giorno dopo è tutto pronto. Lui la passa a prendere e lei si presenta con un’amica, un’altra straniera. Anche lei è interessata al progetto. I tre partono in macchina alla volta del Monte Amiata, dove, in un appartamento affittato all’uopo, li aspetta un amico dell’uomo. Cominciano le riprese. I due uomini si alternano alla videocamera mentre l’altro è ‘on stage’ con le due donne. Al termine delle “riprese” restano a dormire nell’appartamento e il giorno dopo partono per Pisa. Trenta minuti di girato, che però non entusiasmano il produttore. Dice che il film è ‘scarso’, che non va bene, che non può avere successo neppure come prodotto amatoriale. In breve, non lo compra.
Delusi, tornano a Grosseto e lui riaccompagna a casa le due donne. E a questo punto scoppia la lite, perché le due ragazze vogliono trecento euro a testa a titolo di “lucro cessante”, ovvero quello che avrebbero incassato, a loro dire, se durante il tempo perso a girare il film avessero ‘esercitato’ in proprio. L’uomo non è dello stesso parere. Inizia un violento litigio ed una delle due afferra la videocamera dell’uomo e lascia l’auto. Lui esce in strada, afferra la borsa con lo strumento per le riprese, e torna in macchina. A quel punto si materializzano dal nulla una decina di uomini, tutti stranieri, tutti amici e vicini di casa delle due donne, tutti minacciosi ed incazzati... Gli portano via la telecamera e gli sfasciano la macchina (una Mercedes, tra l’altro). Lui si vede costretto a battere in ritirata e chiamare i carabinieri, denunciando le due donne.
Ne nasce un procedimento penale a carico di queste ultime, accusate di esercizio arbitrario delle proprie ragioni; tuttavia il reato, perseguibile a querela di parte, è stato fatto oggetto di remissione di querela da parte dell’uomo, evidentemente “convinto” a desistere, con le buone o con le cattive.
Tutto questo cosa insegna? Semplicemente, che attori/rici porno non ci s’improvvisa, neppure se si lavora comunque nell’ambito del sesso; e che per girare filmati, seppur amatoriali, un minimo di professionalità è pur sempre richiesta.
Meditate, gente, meditate…
Cellus Cocks
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento